“ Ho un amico artista e non sempre sono d’accordo con le sue opinioni: magari prende in mano un fiore e dice: ‘Guarda come è bello! ‘ e sono d’accordo. Poi aggiunge: ‘ Io, in quanto artista, riesco a vedere com’è bello un fiore. Voialtri scienziati lo fate a pezzi e diventa noioso ‘. E io penso che sragioni.
Prima di tutto la bellezza che vede lui è a disposizione di tutti gli altri – anche mia. Forse non avrò la sua estetica raffinata, ma so apprezzare la bellezza di un fiore. Per di più vedo nel fiore qualcosa, anzi molto, che lui non riesce a vedere: posso immaginare le cellule, anch’esse con una loro bellezza. La bellezza non si ferma alla dimensione dei centimetri, ma si trova anche su scale più piccole.
Pensate alle azioni complesse delle cellule e ad altri processi. Il fatto che i colori del fiore si siano evoluti per richiamare gli insetti impollinatori, per esempio, è interessante: significa che gli insetti vedono i colori. E viene da chiedersi: possiamo ritrovare il senso estetico dell’uomo anche in forme inferiori di vita? Molte domande affascinanti nascono dal sapere scientifico: questo può soltanto accrescere il senso di meraviglia, di mistero, di rispetto che si prova davanti a un fiore. Accrescere soltanto. Non capisco come e cosa potrebbe diminuire.”
Con la lettura di queste riflessioni di Feynman, che già nel 1959 ipotizzò l’avvento delle Nanotecnologie, il Prof. Diaspro ha introdotto uno degli scienziati più visionari ed eclettici del XX secolo. Feynman colpisce infatti per la sua capacità di descrivere oggetti e tecnologie inimmaginabili alla sua epoca, come se realmente avesse potuto ‘vederli’ nella sua mente. Cose che evidentemente poteva invece solo intuire. Come sia giunto a tali mirabolanti intuizioni non ci è noto, ma possiamo ragionevolmente ritenere che l’ampiezza e la trasversalità delle sue conoscenze scientifiche, tipico delle menti eclettiche, gli permise di ‘incrociare’ informazioni altrimenti isolate e di trarne conclusioni nuove ed inusuali. Feynman fu quindi soprattutto uomo e scienziato ‘rinascimentale’ e questa sua peculiarità, che lo rese profeta di una nuova scienza di cui potè però seguire solo i primi passi – morì infatti nel 1988 – è racchiusa nella famosa orazione che tenne al CALTECH nel ’59 e di cui abbiamo ascoltato alcuni brani dalla voce dell’attrice Alice Salvoldi.
Prima di tutto la bellezza che vede lui è a disposizione di tutti gli altri – anche mia. Forse non avrò la sua estetica raffinata, ma so apprezzare la bellezza di un fiore. Per di più vedo nel fiore qualcosa, anzi molto, che lui non riesce a vedere: posso immaginare le cellule, anch’esse con una loro bellezza. La bellezza non si ferma alla dimensione dei centimetri, ma si trova anche su scale più piccole.
Pensate alle azioni complesse delle cellule e ad altri processi. Il fatto che i colori del fiore si siano evoluti per richiamare gli insetti impollinatori, per esempio, è interessante: significa che gli insetti vedono i colori. E viene da chiedersi: possiamo ritrovare il senso estetico dell’uomo anche in forme inferiori di vita? Molte domande affascinanti nascono dal sapere scientifico: questo può soltanto accrescere il senso di meraviglia, di mistero, di rispetto che si prova davanti a un fiore. Accrescere soltanto. Non capisco come e cosa potrebbe diminuire.”
Con la lettura di queste riflessioni di Feynman, che già nel 1959 ipotizzò l’avvento delle Nanotecnologie, il Prof. Diaspro ha introdotto uno degli scienziati più visionari ed eclettici del XX secolo. Feynman colpisce infatti per la sua capacità di descrivere oggetti e tecnologie inimmaginabili alla sua epoca, come se realmente avesse potuto ‘vederli’ nella sua mente. Cose che evidentemente poteva invece solo intuire. Come sia giunto a tali mirabolanti intuizioni non ci è noto, ma possiamo ragionevolmente ritenere che l’ampiezza e la trasversalità delle sue conoscenze scientifiche, tipico delle menti eclettiche, gli permise di ‘incrociare’ informazioni altrimenti isolate e di trarne conclusioni nuove ed inusuali. Feynman fu quindi soprattutto uomo e scienziato ‘rinascimentale’ e questa sua peculiarità, che lo rese profeta di una nuova scienza di cui potè però seguire solo i primi passi – morì infatti nel 1988 – è racchiusa nella famosa orazione che tenne al CALTECH nel ’59 e di cui abbiamo ascoltato alcuni brani dalla voce dell’attrice Alice Salvoldi.
Tra le altre cose, Feynman parla di un utilizzo terapeutico delle ‘nanocose’: “ […] Si mette il chirurgo meccanico nel vaso sanguigno e questi, seguendo la corrente, arriva al cuore e si guarda attorno (naturalmente l’informazione deve essere trasferita all’esterno). Scopre qual è la valvola difettosa e con un piccolo bisturi opera. Altre piccole macchine potrebbero essere inserite in modo permanente nel corpo per aiutare qualche organo che non funziona bene.” E ancora: “ Quante volte, lavorando su un oggetto insopportabilmente piccolo come l’orologio da polso di vostra moglie, vi siete detti: ‘ Se solo potessi addestrare una formica a farlo! ‘. Il mio suggerimento potrebbe essere di addestrare una formica ad addestrare un acaro a farlo.”
Follia? Possiamo certamente immaginare che per molti presenti all'orazione non fu facile credere alle visioni di Feynman. Oggi invece, dopo le scoperte che negli anni si sono succedute nel campo della biologia e della genetica, siamo in grado, per esempio, di ‘programmare’ delle cellule a curare altre cellule.
E non solo. La Stampa, mercoledì 21 gennaio 2009 pubblica: “ E’ stato realizzato a Parigi un nanorobot il cui spessore è simile a quello di due o tre capelli, che dovrebbe viaggiare nelle arterie e giungere fino al cervello e verificare l’esistenza di eventuali anomalie. Lo ha realizzato un’equipe dell’università di Clayton, in Australia [analoghi oggetti sono stati realizzati anche nei laboratori dell’Unversità di Tel Aviv N.d. R.]. Il meccanismo, del diametro di 250 nanometri, sarà dotato di un minuscolo motore in grado di fargli risalire la corrente sanguigna. Il primo esperimento, quando sarà fatto, prevede l’inserimento dal collo.” Più avanti commenta il Prof. Masserini, professore a Milano-Bicocca: “ Al momento parliamo di nanosommergibili in grado di trasportare medicine, ma stiamo già pensando a mezzi in grado di avere delle ‘attrezzature’ che possano riparare cellule o intervenire per realizzare interventi di nano chirurgia..”
Sembra proprio che il sogno di Feynman (formulato ben 50 anni fa) stia diventando una stupefacente realtà.
MB
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