mercoledì 16 dicembre 2009

Anticipazioni: Un grande appuntamento apre il calendario del 2010


La ‘genitorialità’ diventa materia di studio in azienda.
Un mini-corso per genitori (e insegnanti) in una serata-dibattito su come affrontare il difficile mestiere di educare i figli.


 

A Gennaio riparte la stagione delle Serate di Conferenza con un ospite illustre. Mercoledì 20 alle ore 20.30, ci sarà un incontro dibattito, dal titolo "La sfida educativa", che vedrà la presenza del Prof. Paolo Crepet, psicologo, psichiatra, scrittore e direttore della Scuola per Genitori di Vicenza, progetto nato in collaborazione con la Confartigianato.

In un contesto di continua ridefinizione e ricerca della propria identità e del proprio “posto nel mondo” diventa essenziale per i ragazzi avere un giusto, equilibrato e sostegno certo da parte dei genitori.
Spesso alcune piccole informazioni e riflessioni unite all’ascolto, all’affetto e all’esperienza possono essere di utile completamento rispetto a quel difficile “mestiere” che è l’essere “genitori di ragazzi che scelgono”.
Il compito di educare, un intervento delicato e complesso, che richiede passione, attenzione, sensibilità, capacità di ascolto e di dialogo. Oggi, educare è una sfida che non si può lasciare cadere nel vuoto.

Ecco una breve intervista al relatore per introdurre il tema della serata:

Professore, cosa sta accadendo nella nostra società?
"Quello che viviamo non è il frutto di errori di percorso o involuzioni impreviste, ma di una straordinaria mutazione antropologica, che coinvolge la famiglia, i giovani, le loro culture, l'intera comunità".

Siamo all'emergenza educativa?
"Barack Obama ha inserito nella sua squadra una signora che è la più grande esperta di educazione Usa. Gordon Brown ha tenuto una conferenza dicendo che ci sono due modi per uscire dalla crisi: uno, stupido, consiste nel mettere una toppa, con interventi immediati che distribuiscano solo un po' di soldi qua e là; l'altro, più intelligente, consiste nel trovare risorse per l'educazione. Dove educare significa offrire libertà: il resto è addestrare, indottrinare, inculcare, istruire. Vorrà pur dire qualcosa se i leader di due grandi Paesi mettono l'educazione al centro dei loro programmi...".

Qual è il punto debole nel modo di educare oggi i figli?
"Nella vita di una persona l'essenziale è il desiderio. Non c'è vita, senza desiderio. Invece noi ai figli lo togliamo. Per non rischiare, non poniamo limiti. E se poi, per un rifiuto, per un no, ci si sente in colpa, non si è autorevoli. In questa situazione, mi sono convinto che la crisi economica potrebbe persino aiutarci".

In che modo?
"Le faccio un esempio. Un signore viene da me e mi fa: "Devo dire a mio figlio che non posso più cambiare la macchina ogni anno". "Bene, glielo dica". E lui: "Ma in che modo?". "Come lo ha detto a me". "Professore, ma non glielo potrebbe dire lei?". Guardi che è tutto vero, non è una battuta. Il problema di quel signore è che suo figlio è venuto su come l'insalata, è cresciuto per anni come il Pil, con tutti i + davanti. Ora non sanno come dirgli che i + sono scomparsi... Ha avuto tutto, sì, ma non c'è amore in questa educazione, non c'è la voglia d'insegnare a essere indipendenti".

Qual è l'obiettivo della Scuola per genitori?
"Fare il genitore è un mestiere difficile e oggi lo è ancora di più. Noi non abbiamo la presunzione di dare delle risposte ma un metodo. Ce lo chiedono i genitori, che oggi hanno bisogno di trovare dei "soci", dei partner. La famiglia è un pezzo del percorso, da sola non basta. Un tempo era un luogo di relazioni: i nonni, gli zii spesso vivevano anche sotto lo stesso tetto. Oggi è troppo piccola, frammentata. Uno dei "soci" è la scuola. Bisognerebbe capirlo e investirci di più. E meglio".