venerdì 3 ottobre 2008

Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita

RECENSIONE:

Il Prof. Giacobbe si sente indubbiamente più a suo agio su un palcoscenico e sotto le luci di un riflettore che dietro la cattedra; e non ne fa mistero. Anzi, incalza il pubblico con aneddoti sulla sua vita professionale sempre in bilico tra comparsate cabarettistiche e lezioni all’università, dove insegna già da molti anni. Ci racconta perché ha deciso di scrivere il suo primo libro, quello che ha dato titolo all’intervento e lo fa con uno stile ‘popolare’ in cui introduce l’uso di termini scurrili e boccacceschi nel tentativo (vano per alcuni presenti) di proporre, in una sorta di moderna lingua ‘volgare’ , alcuni temi delle neuroscienze e del pensiero orientale altrimenti difficilmente comprensibili al neofita. Il suo scopo è quello, afferma, di aiutare la gente comune a liberarsi di alcuni blocchi psicologici attraverso la conoscenza dei nostri processi mentali. Intento raggiunto nel libro, divertente e discorsivo, ma rigoroso nelle spiegazioni; solo parzialmente raggiunto invece dalla conferenza, che, tra mille digressioni, si focalizza sulla spiegazione di cosa sono le ‘seghe mentali’ e da cosa originano, facendo però poca chiarezza sul come si possano evitare.

In buona sostanza, apprendiamo che il pensiero non può essere controllato volontariamente. I nostri pensieri sono infatti il frutto di un’emersione spontanea di ricordi, associazioni mentali ed emotività provenienti dal nostro magazzino di esperienze, nascosto sotto il confine della coscienza, in risposta a stimoli dell’ambiente. Per evitare di essere travolti da questo fiume in piena, non possiamo che ‘svuotare la mente’ attraverso semplici tecniche (es. di respirazione) che semplicemente spostano la nostra attenzione sul ‘qui e ora’ . Le ‘seghe mentali’, o pensiero nevrotico, sono infatti sempre ‘altrove’: ci allontanano dalla realtà e dal presente e non sono finalizzate ad ottenere un risultato. In quanto tali sono inutili, oltre che senz’altro spesso moleste. La personalità nevrotica non agisce sulla realtà, non si ingegna, per esempio, per superare gli ostacoli, preferendo trastullarsi con mille pensieri su quello che ‘avrebbe potuto/potrebbe fare se…’ fino al momento in cui il contatto con la realtà che lo circonda si interrompe. Ma qui entriamo negli ambiti delle patologie ed è tutta un’altra storia… A noi basterebbe già sapere come imparare a godersi un po’ di più la vita. A tutti coloro che desiderano approfondire consiglio perciò senza dubbio la lettura del libro di G.C. Giacobbe.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi ha incuriosito il titolo del libro, che peraltro avevo già incrociato,e nel quale speravo di trovare, sotto l'aperta irriverenza della copertina, qualche idea sensata, nuova e utile al lettore. Purtroppo lo scopo dell'autore, nel quale mi riesce difficile a questo punto riconoscere la credibilità di docente universitario, era tutt'altro che illustrativo della tesi da lui dichiarata nel volume proposto. Mi è sembrato più che altro che sua intenzione fosse quella di far bella mostra delle sue doti da intrattenitore da cabaret, con battute scontate, oltre che spesso gratuitamente volgari, delle quali pare fosse il primo a compiacersi.
Peccato per l'occasione persa per darci davvero qualche idea utile per aiutarci nella frenetica fatica quotidiana. Anche piccoli suggerimenti patici sarebbero bastati.
In fondo non credo che la conoscenza di aneddoti personali, neanche tanto edificanti, abbia reso giustizia all'intelligenza dei tanti intervenuti alla serata. Non credo neppure che tali aneddoti citati nelle aule universitarie, se pur ciò sia da considerare credibile, renda giustizia all'intelligenza dei nostri studenti, che avranno pure bisogno di qualche momento di relax, ma che necessitano soprattutto di una preparazione seria.

Delusione a parte, il Professore è riuscito a farmi sorridere di tanto in tanto! Grazie.