venerdì 27 marzo 2009

Passione per Trilli. Alcune idee dalla matematica, con il Prof. Roberto Lucchetti

Esistono diversi tipi di matematica e quella del Prof. Lucchetti è del tipo che si applica alle Scienze Sociali.
In particolare, la Teoria dei Giochi che ha bene illustrato con esempi curiosi, si preoccupa di analizzare il comportamento razionale delle persone.
Eccone un assaggio:
Due criminali vengono accusati di aver compiuto una rapina. Gli investigatori li arrestano entrambi e li chiudono in due celle diverse impedendo loro di comunicare. A ognuno di loro vengono date due scelte: confessare l'accaduto, oppure non confessare. Viene inoltre spiegato loro che:a) se solo uno dei due confessa, chi ha confessato evita la pena; l'altro viene però condannato a 7 anni di carcere.b) se entrambi confessano, vengono entrambi condannati a 6 anni.c) se nessuno dei due confessa, entrambi vengono condannati a 1 anno.I due prigionieri coopereranno per ridurre al minimo la condanna di entrambi o uno dei due tradirà l'altro per minimizzare la propria?

Quello che vi ho citato è un famoso paradosso. Si chiama "Il dilemma del prigioniero" ed è un gioco matematico proposto negli anni '50 da Albert Tucker.
La soluzione al gioco è che i prigionieri cercheranno di 'massimizzare la propria utilità' e finiranno entrambi per confessare. Confessando, infatti, ciascuno di loro sa che, comunque vada, non avrà il massimo della pena, mentre potrebbe addirittura evitarla.
Il dilemma in sè può descrivere altrettanto bene la corsa agli armamenti, proprio degli anni '50, da parte di USA e URSS (i due prigionieri) durante la guerra fredda.

MB

venerdì 20 marzo 2009

Tibet. Viaggiatori nell'Oriente ignoto, con Marco Vasta







Marco Vasta ha presentato il libro "VIAGGIATORI NELL’ORIENTE IGNOTO” ( 144 pagine, 85 fotografie colori, edizioni FBE 2007, fotografie di Stefano Pensotti). Si tratta di un libro fotografico sulle regioni del Tibet orientale che Stefano Pensotti ha ripetutamente attraversato in questi dieci anni riportando immagini di un mondo che, ahimé, scomparirà nel giro di una generazione.

Un labirinto di valli e catene montuose intersecate da profonde gole alpine caratterizza il Tibet più abitato e meno conosciuto: è il Tibet orientale, ricco di tradizioni, abitato da genti nomadi e guerriere, rese famose dagli scritti di quei pochi viaggiatori che nei primi anni del '900 attraversarono quelle terre per avventura, per passione della scienza, per conoscere un mondo pericoloso e avvolto nel mistero.
Fra queste valli è stata scritta l’ultima gloriosa pagina dell’impero tibetano quando i bellicosi e indomiti Khampa, i nGolok considerati feroci predoni, gli Amdowa allevatori di yak ed ovini, si opposero strenuamente all’esercito cinese. Gli autori sono oggi in Italia tra i più qualificati conoscitori di quelle terre lontane, hanno viaggiato sapendosi commuovere per la triste e terribile vicenda del Tibet, una terra magica che ancora preserva, nonostante tutto, uno scrigno di cultura umana che dovrebbe essere un “patrimonio dell’umanità”.

Questo volume, come il precedente "Ladakh", va a beneficio di una organizzazione umanitaria: la vendita è a favore della Landom Model High School in Zanskar sostenuta in Italia da AaZ onlus.
AaZ intende promuovere l’accesso all’istruzione, in particolare dei giovani, nel rispetto delle pari opportunità fra uomo e donna, senza alcuna distinzione politica o religiosa. In Zanskar favorisce la cultura locale, aiutando ragazze e ragazzi a comprendere il passaggio dalla economia di baratto alla globalizzazione, che ormai sta toccando anche le più remote valli Himalayane.

Per approfondimenti sulle attività di Marco Vasta clicca qui.
Per sostenere i bambini in Tibet e la loro scuola, anche attraverso adozioni a distanza, clicca invece qui.
MB

giovedì 19 marzo 2009

Prego Mr. Feynman: c'è un sacco di spazio qua in fondo! con il Prof. Alberto Diaspro




“ Ho un amico artista e non sempre sono d’accordo con le sue opinioni: magari prende in mano un fiore e dice: ‘Guarda come è bello! ‘ e sono d’accordo. Poi aggiunge: ‘ Io, in quanto artista, riesco a vedere com’è bello un fiore. Voialtri scienziati lo fate a pezzi e diventa noioso ‘. E io penso che sragioni.
Prima di tutto la bellezza che vede lui è a disposizione di tutti gli altri – anche mia. Forse non avrò la sua estetica raffinata, ma so apprezzare la bellezza di un fiore. Per di più vedo nel fiore qualcosa, anzi molto, che lui non riesce a vedere: posso immaginare le cellule, anch’esse con una loro bellezza. La bellezza non si ferma alla dimensione dei centimetri, ma si trova anche su scale più piccole.
Pensate alle azioni complesse delle cellule e ad altri processi. Il fatto che i colori del fiore si siano evoluti per richiamare gli insetti impollinatori, per esempio, è interessante: significa che gli insetti vedono i colori. E viene da chiedersi: possiamo ritrovare il senso estetico dell’uomo anche in forme inferiori di vita? Molte domande affascinanti nascono dal sapere scientifico: questo può soltanto accrescere il senso di meraviglia, di mistero, di rispetto che si prova davanti a un fiore. Accrescere soltanto. Non capisco come e cosa potrebbe diminuire.”

Con la lettura di queste riflessioni di Feynman, che già nel 1959 ipotizzò l’avvento delle Nanotecnologie, il Prof. Diaspro ha introdotto uno degli scienziati più visionari ed eclettici del XX secolo. Feynman colpisce infatti per la sua capacità di descrivere oggetti e tecnologie inimmaginabili alla sua epoca, come se realmente avesse potuto ‘vederli’ nella sua mente. Cose che evidentemente poteva invece solo intuire. Come sia giunto a tali mirabolanti intuizioni non ci è noto, ma possiamo ragionevolmente ritenere che l’ampiezza e la trasversalità delle sue conoscenze scientifiche, tipico delle menti eclettiche, gli permise di ‘incrociare’ informazioni altrimenti isolate e di trarne conclusioni nuove ed inusuali. Feynman fu quindi soprattutto uomo e scienziato ‘rinascimentale’ e questa sua peculiarità, che lo rese profeta di una nuova scienza di cui potè però seguire solo i primi passi – morì infatti nel 1988 – è racchiusa nella famosa orazione che tenne al CALTECH nel ’59 e di cui abbiamo ascoltato alcuni brani dalla voce dell’attrice Alice Salvoldi.

Tra le altre cose, Feynman parla di un utilizzo terapeutico delle ‘nanocose’: “ […] Si mette il chirurgo meccanico nel vaso sanguigno e questi, seguendo la corrente, arriva al cuore e si guarda attorno (naturalmente l’informazione deve essere trasferita all’esterno). Scopre qual è la valvola difettosa e con un piccolo bisturi opera. Altre piccole macchine potrebbero essere inserite in modo permanente nel corpo per aiutare qualche organo che non funziona bene.” E ancora: “ Quante volte, lavorando su un oggetto insopportabilmente piccolo come l’orologio da polso di vostra moglie, vi siete detti: ‘ Se solo potessi addestrare una formica a farlo! ‘. Il mio suggerimento potrebbe essere di addestrare una formica ad addestrare un acaro a farlo.”

Follia? Possiamo certamente immaginare che per molti presenti all'orazione non fu facile credere alle visioni di Feynman. Oggi invece, dopo le scoperte che negli anni si sono succedute nel campo della biologia e della genetica, siamo in grado, per esempio, di ‘programmare’ delle cellule a curare altre cellule.
E non solo. La Stampa, mercoledì 21 gennaio 2009 pubblica: “ E’ stato realizzato a Parigi un nanorobot il cui spessore è simile a quello di due o tre capelli, che dovrebbe viaggiare nelle arterie e giungere fino al cervello e verificare l’esistenza di eventuali anomalie. Lo ha realizzato un’equipe dell’università di Clayton, in Australia [analoghi oggetti sono stati realizzati anche nei laboratori dell’Unversità di Tel Aviv N.d. R.]. Il meccanismo, del diametro di 250 nanometri, sarà dotato di un minuscolo motore in grado di fargli risalire la corrente sanguigna. Il primo esperimento, quando sarà fatto, prevede l’inserimento dal collo.” Più avanti commenta il Prof. Masserini, professore a Milano-Bicocca: “ Al momento parliamo di nanosommergibili in grado di trasportare medicine, ma stiamo già pensando a mezzi in grado di avere delle ‘attrezzature’ che possano riparare cellule o intervenire per realizzare interventi di nano chirurgia..”

Sembra proprio che il sogno di Feynman (formulato ben 50 anni fa) stia diventando una stupefacente realtà.
MB

martedì 17 marzo 2009

Le dinamiche della crisi di coppia, con la Dottoressa Lucia Portella


La coppia e’ un sistema complesso formato da due individui che hanno una propria identita’, parentela, professione, proprie amicizie, abitudini e che vengono influenzati dall’ambiente circostante.
Non c’e’ una causa in particolare che scatena una crisi e non c’e nemmeno un momento preciso in cui ciò si verifica, a volte capita e basta.

Come ci ha illustrato nel corso della conferenza la Dott.ssa Lucia Portella, spesso si arriva a una crisi, a una rottura, a un tradimento senza conoscerne bene il motivo.
La crisi non è tuttavia mai determinata da un solo evento, bensì da una combinazione di fattori che, nel corso del tempo, portano alla luce una serie di problematiche e spingono spesso le persone a rivolgersi a un professionista competente per far luce sulle possibili cause.
In molti casi la crisi viene scatenata da un cambiamento nella vita di uno o di entrambi gli individui che compongono la coppia. Il cambio di lavoro o una promozione, la maternita’, la decisione di vivere insieme e prendere consapevolezza delle abitudini e dei difetti dell’altro possono essere infatti delle cause scatenanti.

Non esiste una vera e propria regola per evitare la crisi [anzi, spesso non è affatto bene prevenirla. La crisi è infatti un processo naturale di evoluzione della coppia e come tale rappresenta un'opportunità, se ben gestita, più che un pericolo! N.d.R], ma si possono seguire alcuni principi fondamentali per far si’ che questa si risolva. Ad esempio mantenere e rispettare le diversita’ dell’altro componente della coppia, accettare i momenti di successo dell’altro, aprirsi al contesto esterno e non chiudersi in un mondo a “due”, conoscere e frequentare i colleghi dell’altro e in generale cercare di essere partecipe e informato sulla sua vita lavorativa e ancora, manifestare disponibilità ad accettare reciprocamente i cambiamenti che necessariamente si succedono nelle diverse fasi della vita di coppia.

SS

giovedì 5 marzo 2009

Siamo in Onda!

In collaborazione con la trasmissione 'Siamo in Onda', su Puntoradio ogni sabato sera a partire dalle ore 21.00, renderemo accessibile al pubblico radiofonico i temi delle nostre conferenze attraverso delle brevi interviste ai relatori.

Si parte sabato 7 marzo con una telefonata a Marco Vasta, che ci svelerà alcune curiosità sul Tibet, oggetto della serata di giovedì 12. Siete tutti invitati nel salotto radiofonico di Puntoradio che potrete ascoltare in Internet, oppure in FM (Piemonte e Lombardia: 93.5 - 96.00/ 96.3).

Siamo in Onda è un talk show dall'atmosfera rilassata e i ritmi lenti. Qui le parole hanno modo di vibrare nell'aria, sedimentare, far riflettere e strappare un sorriso. Si respira il calore di un gruppo di amici che condividono il piacere di raccontare .
Il territorio è il legante naturale della serata. L'epicentro è la zona tra i laghi Maggiore e d'Orta.
E poi c'è la musica. Canzoni, spesso ripescate tra le nebbie dei ricordi. Ma non solo.
Nel sabato sera di Puntoradio c'è soprattutto musica Live e le performances di tanti talenti emergenti.